METAMORFOSI è un tema elastico: suggerisce all'istante una trasformazione fisica ed evidente, in genere spaventosa ma anche di segno opposto (l'Innominato manzoniano, per dirne una); le fiabe ne hanno un ricco catalogo. Ma è metamorfosi anche lo slittamento progressivo; e lo è anche quello che avviene lontano dagli occhi, dentro lo spirito dei soggetti.

Le proposte di questa serata coprono tutte le tipologie. A partire dal labirintico racconto  dell'illustrazione, quell'Alice  di Lewis Carroll di cui Carla ci legge l'incontro col Brucaliffo o Bruco che dir si voglia.

Mantenendosi sulla fiaba, Maria Rosaria ci legge uno stralcio dagli Undici cigni, una versione dei Cigni selvatici  di Andersen che forse a sua volta fu influenzata dai Sei cigni dei fratelli Grimm, al cui stile narrativo tra l'altro si avvicina molto.

Resta nel settore Lorenza, con La vera principessa sul pisello di Octavia Monaco, che si prende una rivincita sul dominante maschilismo del mondo delle fiabe.

Quasi dadaista, e molto divertente, la trasformazione propostaci da Patrizia, da Cuore di cane, di Bulgakov. Grazia ce ne ha proposto una terribile, quella - tragicamente incompleta - de La Mosca di Langelaan, regalandoci anche un paio di stralci dal film di culto che ne fu tratto, L' esperimento del Dottor K; altri ne seguirono, su tutti spicca quello di Kronenberg.

"Forte", come preannunciato da Filippo che ce lo ha letto, il racconto In articulo mortis di Anna Porcu, che ci fa vivere le esecuzioni capitali dal di dentro, grazie a un transfert che ce le restituisce in tutta la loro crudezza.

Maria Pia cambia completamente registro: un brano del Vangelo di Matteo, quello della Trasfigurazione di Gesù; lo fa seguire da una puntuale analisi di un'icona (detta di Novgorod) sullo stesso tema. Suggerendoci così, implicitamente, di non fermarci a una lettura superficiale e letterale di queste opere, e dell'arte in generale, ma cercarne i segni che volutamente l'artista ci ha calato.

Con Francesco  siamo a Il curioso caso di Benjamin Button, un curioso Scott Fitzgerald meno noto, sebbene portato non molti anni fa sullo schermo da David Fincher, con un cast all-star.

Chi vi scrive ha scelto - limitandosi a un paio di pagine iniziali - i Sette piani del racconto di Buzzati, autore che gli è carissimo. Qui la metamorfosi è implacabilmente indotta nel protagonista dalle kafkiane circostanze.