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I GIORNI DELLA CARITA'

    di Mario Gravina

Passarono parecchi giorni. Finalmente Bernardo trovò la casa che cercava in campagna. Era una modesta abitazione, sufficiente sia per le sue esigenze di vita, sia per appagare, il suo sogno: vivere in un podere piazzato in cima ad una collinetta nelle terre delle Murge.

Mentre andava a prendere possesso della fattoria vide da lontano qualcuno che stava uscendo dall'ingresso principale della casa. Si arrestò e, tenendo fisso gli occhi verso l’intruso, inforcò gli occhiali da vista che trasse dalla tasca della giacca. Vide un uomo che si stava allontanando dal podere con una cassa sulle spalle. Bernardo allora affrettò il passo. L'uomo intanto aveva caricato la cassa su un traino al quale era attaccato un cavallo bianco. Non fece in tempo a raggiungerlo ché quell'uomo si era già allontanato al trotto lungo il tratturo che si inoltrava in aperta campagna.

Bernardo giunse al podere che ansimava. Corse a prendere la bicicletta in cantina e lo inseguì. Il cavallo correva su un largo tratto. Giunto ad un incrocio svoltò a destra e puntò senza esitazione verso la piccola cappella di S. Maria alla Quercia. Bernardo imboccò un viottolo pietroso, una piccola scorciatoia, che conduceva allo stesso posto. Così facendo pensò di tagliargli la strada. Ma quello come se avesse previsto la cosa, spinse al galoppo il cavallo ed in poco tempo giunse alla cappella. Prese la cassa e la portò dentro adagiandola piano piano vicino all'altare accanto ad altre decine di casse piccole e grandi, tutte messe ben in fila e ricoperte di fiori freschi. Anche Bernardo arrivò alla chiesetta. Lasciò cadere a terra la bicicletta e si affrettò ad entrarvi.

" Ti ho visto portare via quella cassa dal mio podere! Chi sei? Perché l'hai portata via? Cosa c'è dentro?”
Chiese Bernardo tutto trafelato allo sconosciuto.

" E cosa sono poi tutte queste altre casse, come mai sono tutte qui dentro e attorno a questo altare?"
Quello guardò Bernardo e gli sorrise dolcemente, poi con voce pacata rispose.

" Sono piene di giorni."
" Di giorni? Quali giorni?" Incalzò stupito Bernardo.
"I tuoi giorni, Bernardo.”
"I miei giorni?"
Bernardo si sentiva confuso e si meravigliava che quello conoscesse il suo nome senza neppure averlo visto una sola volta.
"Sì, i tuoi giorni della carità, Bernardo. Quei giorni che Dio ti ha dato e che tu hai vissuto bene, con amore e messi a frutto. Non ti aspettavi questo, vero? Ecco qui dentro alla tua cassa ci sono i tuoi giorni buoni. Eccoli sono ancora freschi come i fiori che vedi sopra queste casse. Sono fiori freschi e ancora profumati, proprio come i tuoi giorni." Bernardo guardò lentamente le casse ch'erano lì messe ben in ordine, pulite come se una persona invisibile ne avesse cura. Ebbe un brivido. Un’emozione mai provata scosse tutto il suo corpo. Lentamente si avvicinò alla sua cassa, la sfiorò con la punta delle dita tremanti. Si volse a guardare lo sconosciuto. Quello lasciò intendere che poteva aprirla. Lui aprì la sua cassa. Dentro vide una strada nella stagione di primavera e in fondo alla strada scorse Elda, la sua amata Elda, che gli veniva incontro sorridente. Mosse la mano e nella cassa apparve un altro giorno. Vide la stanza di un ospedale. Sul letto c'era suo fratello Leonardo che gli stringeva la mano accarezzandola con affetto e tenerezza. Morì con l'animo in pace. Di nuovo Bernardo mosse la sua mano ossuta nella cassa. Ancora apparve un altro giorno. Vide la sua vecchia casa, piccola ma piena di luce. C'erano vasi di fiori sul davanzale della finestra. Si fece avanti Argo il suo fedelissimo cane. Lo accarezzò sul capo e sotto al mento. Argo, dopo aver ricevuto le carezze, andò ad accucciarsi nella bianca e soffice poltrona accanto alla finestra. Era malato di polmonite. Bernardo lo accarezzava e gli dava da mangiare pezzettini di pane inzuppati nel latte e miele; lo trattava come fosse una persona. Amava quella bestia e sentiva compassione proprio come fosse un caro amico. Bernardo si sentì una stretta al cuore e fremette fin dentro le viscere. Stava per piangere. L'uomo che aveva scaricato la cassa era lì in piedi vicino alla porta d'ingresso della cappellina, in silenzio ed immobile come fosse un Angelo di Dio.
" Signore - disse ad un tratto Bernardo con voce commossa - se mi permette vorrei prendere con me alcuni di questi giorni. Però non ho un soldo da darle."

Quello alzò il braccio e con la mano aperta indicò le casse; poi con voce affabile disse:
" Bernardo, figlio amatissimo del Signore, tutto ciò che vedi è tuo. Tuoi i giorni che tanto hai amato. Prendi ciò che vuoi."

Detto questo, scomparve improvvisamente dalla sua vista e una luce sfolgorante investì Bernardo che si sentì accecato. Portò le mani sul viso per coprirsi gli occhi. Quando li riaprì non vide più le casse. Dall’esterno della chiesetta giunse un abbaiare di cane. Bernardo si precipitò verso la porta perché aveva riconosciuto in quell'abbaio il suo Argo.

Il sole era al tramonto. Eppure, a Bernardo, parve come se stesse sorgendo proprio in quel momento.

(*) variazione sul tema: “I giorni perduti” di Dino Buzzati.

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