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ERIKA

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Non dirò il mio nome perché già c'è scritto, nè la mia età o dove sono nata in quanto lascerò che si evinca dal mio accento una volta che mi sentirete parlare. Vorrei saper descrivere chi sono ma non so neanche che giorno sia oggi, figuriamoci chi sono io, perciò lascerò a chi mi conoscerà o chi mi ascolterà anche se per una volta nella vita, capire quali siano i miei tratti caratteriali.
Posso dare un indizio su una cosa che ho capito durante la mia esistenza, mi identifico con Giacomo Leopardi e ho detto tutto.
Questa biografia è un po' anomala a dir la verità, perché invece di parlare di me o della mia vita, sto esprimendo il desiderio o l'esigenza di essere capita senza l'uso di parole che possono essere riduttive. Tuttavia voglio che capiate da un fatto che vi racconterò a breve, un lato di me che conosco come le mie tasche o come i miei vicini di casa... anzi non i miei vicini ma le mie tasche.
Correva l'anno 2009, gli uccellini cantavano e il cielo a volte piangeva altre volte rideva, ma al liceo Leonardo da Vinci di Maccarese la normalità non era accettata da tutti, in particolare da me. Era l'ora di letteratura italiana, faceva caldo e le finestre erano aperte, c'era aria primaverile tra i banchi dell'aula terza D, dovevamo leggere ed interpretare un sonetto di Ugo Foscolo, intitolato "A Zacinto”; per molti il titolo dice tutto visto che Zacinto era il nome dell'isola greca in cui nacque, ma non per me che sono sempre stata una capra in geografia. Ora ditemi se, senza leggere l'introduzione e senza avere alcuna nozione geografica, anche voi non pensiate la stessa cosa.
<Né più mai toccherò le sacre sponde / Ove il mio corpo fanciulletto giacque, / Zacinto mia, che te specchi nell’onde / Del greco mar, da cui vergine nacque / Venere>.
Foscolo, per me e non per la critica letteraria sia chiaro, parlava con nostalgia del suo primo amore Zacinto, solita specchiarsi nel mare della Grecia e i cui fianchi sono "sacri" in quanto il loro amore era puro perché ancora ignaro delle vicissitudini della vita.
Secondo voi quale potrà essere mai stata la reazione della mia professoressa di italiano? Rise fortemente vorrei dire. Da quell'istante Zacinto mi accompagnò, oltre che Foscolo, nelle mia vita perché ogni volta racconto di quel giorno tanto particolare per me.
Vorrei dire altri eventi che hanno colorato la mia vita di diverse sfaccettature, ma non finirei più. Dico solo che preferisco vivere in un mondo le cui case sono dei colori dell'arcobaleno che il solito grigio o nero, in cui il tempo non scorre mai.

 

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